OsteoporosiAffrontiamo il tema dell’osteoporosi con il dott. Tiziano Cattaneo, fisiatra dell’Ospedale Valduce di Como.
L'osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da una riduzione e da un'alterazione qualitativa della massa ossea, che si accompagna ad un aumento del rischio di frattura. Si definiscono "primitive" le forme di osteoporosi che compaiono dopo la menopausa o comunque con l'avanzare dell'età e "secondarie" quelle determinate da un ampio numero di patologie e di farmaci.

I fattori di rischio sono: la familiarità, la menopausa precoce, il basso peso corporeo, il fumo di sigaretta, l'eccessivo consumo di alcolici, l'immobilizzazione protratta (inattività fisica) e i fattori nutrizionali (basso apporto di calcio e carenza di vitamina D). Molte possono essere le cause di osteoporosi secondaria: la terapia prolungata nel tempo con cortisonici ma anche con eparina e con anticoagulanti orali, l'intolleranza al lattosio, il morbo celiaco, l'ipertiroidismo, il diabete in terapia insulinica, le malattie croniche epatiche, la bronchite cronica, le malattie reumatiche ecc. Il picco di massa ossea, che corrisponde al momento di maggior benessere dell'apparato muscolo-scheletrico, viene raggiunto di norma intorno ai 30 anni.

La diagnosi di osteoporosi viene effetuata con la Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC) un esame strumentale che valuta l’entità della perdita di massa ossea e ne controlla l'evoluzione nel tempo. Quando il punteggio (T score) è compreso tra -1,0 e -2,5 si fa diagnosi di "osteopenia"; quando è inferiore a -2,5 si parla di "osteoporosi". È consigliabile effettuare questo esame 5-6 anni dopo l'inizio della menopausa, fatta salva l'esistenza di particolari fattori di rischio, che richiedano di anticipare l'esame.

Nel maschio l’osteoporosi è spesso secondaria a condizioni patologiche associate (uso di corticosteroidi, alcolismo, mieloma multiplo, ecc.).

OsteoporosiLa funzione del calcio nell'architettura dello scheletro può essere paragonata a quella del mattone nella costruzione del muro.
Il calcio lo troviamo oltre che nel latte e nei latticini, nello yogurt, nelle uova, nei formaggi, nelle verdure (insalata, cicoria, sedano, coste, finocchi, spinaci), nella frutta secca, nelle acque minerali ricche di calcio. L'adeguato apporto di calcio nella dieta è sufficiente a garantire il raggiungimento del picco di massa ossea e rappresenta un fattore importante per la riduzione del rischio di frattura.

La vitamina D è fondamentale per l'assorbimento del calcio a livello intestinale. Prima dei 50 anni la si produce al 90% tramite l'esposizione della cute ai raggi solari; dopo i 50 anni è necessario assumerla già pronta, come suggerisce l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) soprattutto per la donna in menopausa. È facilmente prescrivibile e poco costosa; di norma è preferibile assumerla per via orale, sotto forma di gocce e in forma non associata; comode ed efficaci le frequenze di una volta la settimana o una volta al mese.

A volte non è sufficiente il ricorso ai due elementi basilari come il calcio e la vitamina D, che possiamo paragonare rispettivamente al mattone e alla sabbia, ci vuole anche un po' di "chimica", il farmaco, che possiamo paragonare al cemento. La terapia si basa soprattutto su farmaci che rallentano la perdita di massa ossea e che sono in grado di stimolare la neoformazione dell'osso. I costi sanitari e sociali sono elevati, in particolare a causa della conseguenza diretta delle fratture (necessità di ricovero per intervento chirurgico, riabilitazione, assistenza domiciliare) e dei danni indiretti prodotti dall'immobilità (insufficienza respiratoria, disturbi venosi ed embolici, piaghe da decubito, deterioramento muscolo-scheletrico).

L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce l’osteoporosi come malattia sociale perché provoca un’alterazione della qualità della vita.

Lo scopo dei consigli proposti è naturalmente quello di evitare le complicanze dell'osteoporosi, che sono rappresentate soprattutto dalle fratture (vertebre, polso, femore ecc.) con le inevitabili problematiche di dolore, invalidità e perdita di autonomia, e di favorire un ruolo da protagonista anche per la persona della terza età.

Ricordiamoci che invecchiare non è una disgrazia ma semmai una fortuna: imparare a farlo è un'arte da apprendere, coltivare ed insegnare.

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Comportamenti utili per prevenire le cadute...

Da evitare

✓ l'immobilità prolungata
✓ le flessioni della colonna e sollevamento di oggetti pesanti
✓ gli ambienti poco illuminati
✓ l'assunzione di farmaci sedativi (il più possibile)
✓ l’utilizzo di tappeti o cere sui pavimenti

Da favorire

✓ l’uso di calzature comode e chiuse con suola antiscivolo
✓ l’utilizzo di tappetini antiscivolo nella vasca da bagno
✓ l’installazione di maniglioni alle pareti e corrimani in prossimità delle scale
✓ la posizione seduta per indossare calze e pantaloni
✓ la correzione di difetti visivi


... e per effettuare l'attività motoria

L’esercizio fisico crea una stimolazione meccanica dinamica, sufficiente ad ottenere un miglioramento della mineralizzazione ossea. Il cammino resta un esercizio semplice ed efficace perché avviene in condizioni di carico per lo scheletro.

Fare passeggiate quotidiane su terreni piani evitando strade sconnesse. Favorire il potenziamento muscolare soprattutto di glutei e quadricipiti ma anche per addominali ed estensori lombari. Effettuare esercizi per mantenere o recuperare la coordinazione e per migliorare l'equilibrio statico e dinamico: per esempio esercizi di coordinamento con il pallone oppure camminare con un piede davanti all'altro oppure cammino laterale o percorsi adostacoli.

Vanno rispettate alcune caratteristiche:
✓ deve essere adatto all'età e alle condizioni cliniche del soggetto;
✓ deve essere effettuato in modo graduale per evitare danni da sovraccarico;
✓ deve essere eseguito in maniera costante e regolare perché l'interruzione dell'esercizio fisico per lungo tempo produce un impoverimento del patrimonio muscolo-scheletrico.